mal d'orecchi invernale

Come proteggersi dal mal d’orecchi invernale

L’inverno è una delle stagioni più romantiche e magiche dell’anno, complici l’atmosfera natalizia, la neve che imbianca il paesaggio e le cioccolate calde fumanti. Tuttavia, è anche una delle stagioni più a rischio per la salute delle orecchie, spesso soggette ad infezioni e infiammazioni e al mal d’orecchi.

In inverno infatti si verifica un abbassamento delle difese immunitarie, soprattutto nei bambini, ed è molto comune che si verifichi un’infezione auricolare. Inoltre, l’otalgia (mal d’orecchi) è un sintomo che raramente di verifica da solo: spesso è accompagnato da un temporaneo calo dell’udito, dalla comparsa degli acufeni, ma anche da dolori cervicali e vertigini (le orecchie sono sede del senso dell’equilibrio), che possono rovinare un periodo gioioso come quello natalizio. La prevenzione e la protezione delle orecchie è dunque importantissima durante i mesi freddi.

Come abbiamo accennato, le cause del mal d’orecchi invernale possono essere diverse: vediamo quali sono le più comuni e come difendersi.

Freddo

Una delle cause più comuni del mal d’orecchio invernale è, banalmente, il freddo. Le orecchie infatti sono ricche di terminazioni nervose che vengono stimolate dal vento e dal freddo e che trasmettono poi la sensazione di dolore pungente. Per proteggersi da questo tipo di mal d’orecchi, basterà tenerli coperte quando si esce di casa con cappelli, sciarpe e paraorecchie.

Raffreddore

Anche il raffreddore può causare, oltre ai classici sintomi come naso chiuso, starnuti e mal di gola, anche la sensazione di orecchio ovattato, pienezza auricolare e otalgia. Ciò accade perché le cavità nasali e l’orecchio medio sono messi in comunicazione dalle tube di Eustachio: di conseguenza, muco e catarro possono accumularsi e creare una sorta di barriera che limita l’ingresso dei suoni e di conseguenza portare ad un temporaneo calo dell’udito.

Inoltre, il deflusso del muco può impiegare diversi giorni, anche dopo la scomparsa degli altri sintomi del raffreddore: non c’è da preoccuparsi dunque se la sensazione di orecchio tappato e ipoacusia possono durare qualche giorno in più. Per poter agevolare il deflusso del muco, oltre all’utilizzo di farmaci ad hoc come spray decongestionanti o mucolitici, è consigliato effettuare regolarmente aerosol o suffumigi con eucalipto e bicarbonato d sodio.

Otite

Una delle cause del mal d’orecchi invernale più grave è l’otite, ossia un’infiammazione acuta dell’orecchio che può coinvolgere l’orecchio esterno, medio o interno. In inverno, la più comune riguarda l’orecchio medio che, come detto in precedenza, è collegato con la tuba di Eustachio. L’infiammazione della mucosa nasale, a causa del raffreddore, può espandersi dal naso alle orecchie, favorendo la comparsa dell’otite. In questi casi, è opportuno non soffiare il naso troppo forte, per evitare appunto il passaggio di virus e batteri responsabili dell’infiammazione, e consultare un medico che prescriverà la terapia più indicata con antibiotici o cortisonici.

dati Euro Trak apparecchi acustici

Nuovi dati Euro Trak sugli apparecchi acustici

Chiudiamo il 2022 con un interessante articolo sui dati Euro Trak per quanto riguarda l’utilizzo degli apparecchi acustici in Italia. Le indagini hanno coinvolto un discreto campione di persone (oltre 15.000 intervistati), sia uomini che donne, di diverse fasce d’età e provenienti da diverse regioni. In questo modo gli intervistatori hanno potuto ottenere una panoramica uniforme dell’intera popolazione.

Le differenze con i dati Euro Trak del 2018

Gli ultimi dati su calo dell’udito e sull’utilizzo degli apparecchi acustici risalivano al 2018: durante questi quattro anni gli italiani hanno dovuto affrontare la pandemia di Covid-19 e questo ha modificato sia le loro abitudini di acquisto, sia anche la loro opinione su determinati argomenti, tra cui anche il calo uditivo.

Secondo i dati del 2018, ad esempio, il 38% degli italiani aveva effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni, mentre nel 2022 la percentuale risulta del 30%. Tale diminuzione è senza dubbio legata ai due anni di pandemia durante i quali, sebbene i centri acustici abbiano continuato ad operare garantendo la sicurezza dei clienti, molti italiani hanno preferito rimanere in casa e rimandare il controllo.

Il dato positivo però, che emerge dai nuovi dati Euro Trak, è che la consapevolezza degli italiani riguardo l’importanza della prevenzione e dell’utilizzo degli apparecchi acustici è aumentata: ben il 78% degli intervistati si è infatti rivolto al proprio medico di base o ad un otorino per affrontare problemi uditivi, e il tasso di adozione degli apparecchi acustici è salito di 6 punti percentuali rispetto al quello del 2018: nel 2022, il 35% degli italiani con ipoacusia diagnosticata indossa regolarmente gli apparecchi acustici, contro il 29.5% del 2018.

Inoltre, il 67% dei possessori di apparecchi acustici ha dichiarato che avrebbe fatto meglio ad acquistarli prima.

I benefici degli apparecchi acustici

Proprio quest’ultimo, tra i dati Euro Trak 2022, sottolinea ancora una volta quanto siano importanti gli apparecchi acustici per chi soffre di problemi di udito e quanto sia importante intervenire il prima possibile per contrastare l’ipoacusia. Infatti, più tardi si interviene, più è difficile per la mente riabituarsi ad ascoltare tutti i suoni.

Ma quali sono i benefici che si ottengono indossandoli regolarmente gli apparecchi acustici? In cosa consiste, nello specifico, il miglioramento della qualità della vita? Rispondiamo a queste domande con le parole e le percentuali fornite dagli italiani stessi. Nello specifico:

  • il 67% degli intervistati ha dichiarato che gli apparecchio acustici sono di grande utilità per il lavoro
  • l’83% degli intervistati ha dichiarato che si sente più sicuro a muoversi in città da quando indossa gli apparecchi acustici
  • il 56% degli intervistati ha dichiarato che è soddisfatto della sua qualità del sonno, mentre per chi non indossa gli apparecchi acustici la percentuale è del 45%
  • l’81% degli intervistati ha dichiarato di essere soddisfatto della qualità del suono quando ascolta la musica o utilizza il cellulare e l’82% quando guarda la tv
  • il 77% degli intervistati ha dichiarato di avere maggior confidenza nel conversare in gruppi numerosi
  • il 73% degli intervistati ha dichiarato di essere soddisfatto di come funzionano gli apparecchi acustici in ambienti rumorosi
Bambini mascherati per Halloween

Gli apparecchi acustici fanno più paura dei mostri di Halloween

La festa di Halloween si avvicina, e con essa anche quella serie di miti, leggende e tradizioni anglosassoni che evocano creature della notte, mostri, fantasmi e tutto ciò che fa paura. Un ottimo suggerimento per un travestimento davvero spaventoso è quello di mascherarsi da apparecchio acustico: questi piccoli dispositivi infatti fanno ancora tanta paura, così tanta che spesso si rinuncia ad indossarli, finendo col peggiorare il problema di udito.

Quella di Halloween è solo un’occasione per parlare di una problematica molto attuale, ossia la paura degli apparecchi acustici e il fatto di considerarli ancora uno stigma sociale, una sorta di tabù o marchio distintivo che identifica una persona con le audioprotesi come una persona “vecchia”. In questo articolo cercheremo di cancellare questi tabù e spiegare perché non c’è nulla da aver paura dagli apparecchi acustici.

Apparecchi acustici: dispositivi “per vecchi”

Gli apparecchi acustici sono dispositivi medici che si inseriscono all’interno dell’orecchio e sopra l’orecchio come ausilio per l’apparato uditivo che ha difficoltà a captare i suoni in modo naturale. Ossia, hanno la stessa funzione che gli occhiali svolgono per gli occhi, offrendo un supporto alla vista quando questa è debole.

Tuttavia, essendo l’ipoacusia (nell’immaginario comune) una malattia legata alla terza età, è ancora sedimentata l’associazione apparecchi acustici e vecchiaia. Mentre infatti si vedono tantissimi giovani (e bambini) con gli occhiali, in genere sono le persone anziane ad avere gli apparecchi acustici. Di conseguenza, chi li indossa si sente più vecchio e teme di essere visto come “più vecchio” rispetto alla sua vera età.

Invece, sebbene la presbiacusia, ossia la perdita uditiva dovuta all’età, sia uno dei casi più diffusi, ci sono diverse forme di ipoacusia causate da malformazioni, malattie o traumi che possono colpire anche i più giovani. La presbiacusia poi è una condizione fisiologica del tutto naturale: le cellule dell’apparato uditivo, con il passare dell’età, invecchiano e si deteriorano come tutte le altre presenti nell’organismo. E questo processo riguarda tutti, chi in misura minore e chi in misura maggiore: la degenerazione dell’apparato uditivo comincia già dopo i 50 anni, anche se gli effetti si manifestano con chiarezza dopo diversi anni.

Inoltre, il calo di udito è spesso associato alla demenza senile, anzi si pensa che il fatto di non sentire bene sia la conseguenza di una mente ormai stanca e non più perfettamente lucida. Niente di più sbagliato! Studi scientifici recenti dell’Università del Michigan hanno invece dimostrato che proprio il calo uditivo non trattato può aumentare le possibilità di sviluppare demenza senile e malattie di tipo cognitivo in tarda età.

Quindi, anziché far sembrare le persone “più vecchie”, gli apparecchi acustici aiutano a tenere la mente allenata e giovane.

Apparecchi acustici: il problema estetico

Il secondo problema per cui le persone hanno paura degli apparecchi acustici è un problema estetico: si teme che questi dispositivi siano troppo visibili e svelino a conoscenti, amici e passanti, il problema uditivo. Le persone infatti si vergognano ancora del loro calo uditivo, e spesso lo mascherano e lo negano persino con se stessi e con gli altri fino a che non è troppo tardi. E questo perché l’ipoacusia continua ancora ad essere considerata una malattia “da vecchi”.

Tuttavia, gli apparecchi acustici moderni non sono affatto come i modelli di una volta, abbastanza grandi da essere notati anche a distanza: sono dispositivi piccolissimi, più piccoli di una moneta, e hanno un design pensato per essere discreto e poco appariscente. I modelli che si inseriscono all’interno dell’orecchio diventano quasi invisibili una volta indossati, e possono essere personalizzati nel colore e nella forma per essere ancora più discreti, mimetizzandosi alla perfezione. Non c’è pericolo quindi che qualcuno si accorga che li state indossando.

Alla luce di quanto detto, la paura degli apparecchi acustici appare del tutto infondata, inesistente e inconsistente come i fantasmi di Halloween.

ipoacusia infantile a scuola

Ipoacusia infantile: perché è più facile diagnosticarla in età scolare

L’anno scolastico ha ormai preso il via in tutta Italia e tanti bambini e bambine hanno ritrovato i compagni di classe dell’anno precedente o hanno fatto nuove conoscenze nelle classi prime. Per i più piccoli, l’inizio della scuola comporta sempre un turbine di emozioni, sia positive che negative, tuttavia ci sono alcuni bambini che possono viverla con più disagio di altri: i bambini ipoacusici.

Per i bambini con problemi di udito infatti, l’aula scolastica rappresenta un ambiente sonoro completamente diverso dalla propria casa, molto più chiassoso, rumoroso e confusionario, in cui distinguere le voci o seguire con attenzione le parole dell’insegnante può essere molto difficile. Ecco perché molti casi di ipoacusia infantile che non sono state rilevate con lo screening neonatale, perché sviluppatesi nei mesi o negli anni successivi, vengono fuori proprio con l’inizio della scuola.

I sintomi sono quelli tipici dell’ipoacusia: difficoltà nel distinguere bene tutte le parole e nel percepire i suoni acuti, sensazione che tutti parlino “a bassa voce” ecc… E, nel caso dei bambini, questi sintomi possono trasformarsi in una vera e propria difficoltà di apprendimento che può essere letta come svogliatezza o pigrizia da genitori e insegnanti. Ecco perché, quando un bambino non riesce a seguire bene la lezione, è importante capire quale sia il motivo: se si tratta di un problema uditivo, con alcuni piccoli accorgimenti da adottare in classe e con l’ausilio di protesi acustiche, la situazione può certo migliorare e il bambino può continuare il suo percorso scolastico alla pari con tutti i suoi compagni di classe normoudenti.

Come affrontare l’ipoacusia a scuola

Se si sospetta un caso di ipoacusia infantile, la prima cosa da fare è un approfondito controllo dell’udito. I Centri Acustici Favale&Gaburro sono partner ufficiale Cochlear e i nostri audioprotesisti sono specializzati nel trattamento dell’ipoacusia infantile, quindi sapranno prendersi cura dell’udito di più piccoli con la massima professionalità ed empatia.

Dopo il controllo, se necessario, si inizia un percorso di riabilitazione uditiva con l’ausilio degli apparecchi acustici o, nel caso di bambini molto più piccoli, di un impianto cocleare. In questa fase è importante far capire ai bimbi l’importanza di quel piccolo accessorio che hanno sulle orecchie, che non deve affatto essere visto come un segno discriminatorio o di disabilità, ma come uno strumento, alla pari degli occhiali, che li aiuta ad entrare maggiormente in contatto con il mondo che li circonda, a seguire le lezioni, a giocare con i compagni e a fare amicizia.

Il passo successivo è affrontare l’ipoacusia a scuola e informare i docenti, che a loro volta prenderanno provvedimenti all’interno dell’aula scolastica per agevolare il bambino.

Ad esempio, si preferirà una disposizione dei banchi “a ferro di cavallo”, che permette a tutti gli alunni di ascoltare meglio l’insegnante, al centro, e anche di capire subito chi tra i compagni sta parlando, dato che il suono non arriverà mai da dietro.

Un altro utile approccio che gli insegnanti possono adottare è quello di non spiegare cose importanti mentre scrivono alla lavagna, e cioè quando danno le spalle agli alunni, e di non spiegare camminando per l’aula: la lettura del labiale e il contatto visivo con il parlante sono fondamentali per un bambino con difficoltà uditive.

Infine, è utile accompagnare la lezione con supporti audiovisivi, mappe e schemi che permettano di leggere l’informazione oltre che ascoltarla.

udito estate

Prendersi cura dell’udito in estate per godersi al massimo le vacanze

L’estate è ormai arrivata e tutti si stanno preparando le tante meritate vacanze. Che sia al mare, in montagna o in qualche città d’arte, gli italiani non rinunciano ad un viaggio all’insegna del relax e del divertimento. Tuttavia, prima di partire, è importante assicurarsi che gli apparecchi acustici siano in perfette condizioni.

Gli apparecchi acustici infatti sono indispensabili per chi ha problemi di udito, sono lo strumento che permette loro di comunicare con gli altri e di godersi tutti i suoni importanti nella vita. In estate, più che durante il resto dell’anno, non potete rischiare che si danneggino o che smettano di funzionare correttamente, con il rischio di rovinarvi le vacanze e di lasciarvi in difficoltà, soprattutto se siete fuori zona, lontano dal vostro centro acustico di fiducia.

Perché è importante revisionare l’apparecchio acustico prima dell’estate

In estate si resta svegli più a lungo per una passeggiata sul lungomare o una grigliata in spiaggia con gli amici, e per questo si tende ad indossare gli apparecchi acustici più a lungo. Ecco perché le pile potrebbero scaricarsi prima del previsto e darvi l’impressione che l’apparecchio acustico possa essersi danneggiato. Un consiglio che diamo sempre ai nostri clienti in procinto di partire per le vacanze è quello di mettere in valigia un blister pile di riserva.

Inoltre, per essere sicuri che i vostri apparecchi acustici siano perfettamente funzionanti e non vi diano problemi mentre siete fuori città, vi consigliamo di effettuare una revisione prima della partenza. Portandoli nei nostri centri acustici, gli audioprotesisti Favale&Gaburro si assicureranno che non ci siano problematiche tecniche (malfunzionamenti del cip, problemi di caricamento) e che le impostazioni siano ancora perfettamente in linea con le vostre esigenze uditive. Tutto, a titolo totalmente gratuito per i nostri affezionati clienti.

Perché è importante effettuare un controllo dell’udito prima dell’estate

Se invece non siete portatori di apparecchi acustici ma sospettate un calo uditivo, il nostro consiglio è quello di non rimandare ulteriormente un controllo dell’udito, ma di approfittare dell’estate, quando i centri acustici sono meno affollati, per prenotare la vostra visita.

Il calo uditivo infatti non compare (o scompare) da un giorno all’altro, ma è un processo che peggiora di giorno in giorno, rendendo sempre più difficile chiacchierare con gli altri, ascoltare la musica, guidare in sicurezza, godersi un film in famiglia. Ecco perché è importantissimo intervenire appena compaiono i primi segnali o appena c’è il sospetto che qualcosa non va: prima si interviene, prima si può tornare ad ascoltare con semplicità e naturalezza tutti i suoni della quotidianità.

Inoltre, chi convive con il calo uditivo perde pian piano fiducia in se stesso e ha la tendenza ad isolarsi, per impedire che familiari e conoscenti vengano a sapere di questa problematica. Immaginate di essere in vacanza e di voler fare nuove amicizie: sarebbe davvero un peccato non coltivarle, o rinunciare a conoscere persone nuove a causa del calo uditivo.

Il nostro invito è quindi quello di prenotare un controllo dell’udito approfondito e totalmente gratuito in uno dei nostri centri acustici. Dopo la visita, se la vostra situazione lo richiede, vi mostreremo anche i modelli di apparecchio acustico più adatti alle vostre esigenze, e potrete provarli gratuitamente per 30 giorni.

Avrete modo di godervi le vacanze e la buona musica, chiacchierare in tranquillità con tutti e testare di persona i benefici degli apparecchi acustici.

Vi aspettiamo!

prezzo degli apparecchi acustici

Qual è il prezzo degli apparecchi acustici?

Tra le domande che i nostri clienti ci rivolgono, le più comuni sono senza dubbio: “Quanto costano gli apparecchi acustici?” oppure “Che fascia di prezzo hanno?” Uno dei motivi principali per cui chi soffre di problemi di udito aspetta tanto tempo prima di acquistare infatti è proprio il prezzo degli apparecchi acustici, ritenuto troppo elevato.  Tuttavia, gli apparecchi acustici non sono così costosi come si pensa, soprattutto tenendo conto dei grandi benefici che comportano.

Il loro costo dipende da tantissimi fattori: tecnologie utilizzate, velocità del processore, funzionalità aggiuntive, qualità del suono, estetica… E in più, c’è da considerare che molte persone con problemi di udito possono fare richiesta all’ASL per la copertura parziale o totale della spesa sostenuta.

In questo articolo cercheremo di rispondere a tutte le domande sul prezzo degli apparecchi acustici.

Quanto costano gli apparecchi acustici?

Le fasce di prezzo possono variare dagli 800 euro fino anche ai 3.000 euro. Molto dipende anche dallo stile di vita e dalle abitudini della persona che deve indossare l’apparecchio acustico. Le persone con una vita attiva, ad esempio, che devono affrontare situazioni complesse, come conversazioni con tantissime persone o in ambienti con tanto rumore di sottofondo, avranno bisogno di un apparecchio in grado di rispondere adeguatamente a queste problematiche. Si tratterà di un modello ricco di funzionalità, con una tecnologia più avanzata e, di conseguenza, con un prezzo più elevato. Al contrario invece, chi vive una vita piuttosto sedentaria, in un ambiente familiare e tranquillo, potrà scegliere un modello diverso più basico a prezzo più contenuto ma la qualità sarà la stessa.

Altre differenze sul prezzo degli apparecchi acustici possono riguardare le caratteristiche accessorie. Le tecnologie più moderne permettono infatti di regolare gli apparecchi anche a distanza, di effettuare lo streaming diretto dalla TV o dal cellulare, di ricaricarli come uno smartphone ecc… Infine, anche l’estetica influisce molto. Gli apparecchi acustici invisibili, ad esempio, che si inseriscono all’interno del canale uditivo e spesso vengono realizzati su misura attraverso la presa dell’impronta auricolare, possono costare di più.

Cosa è compreso nel prezzo degli apparecchi acustici?

Inoltre bisogna considerare che il prezzo degli apparecchi acustici non si limita solo al dispositivo in sé, ma comprende anche una serie di servizi esclusivi erogati dal centro acustico. Oltre alla consulenza pre-vendita e al controllo dell’udito, nel costo degli apparecchi acustici sono compresi i controlli periodici dell’udito e le conseguenti regolazioni, le revisioni annuali, le riparazioni, la pulizia professionale e l’aiuto del tuo audioprotesista di fiducia ogni volta che ne hai bisogno.

Infine, bisogna tenere conto delle spese mediche evitate grazie all’uso degli apparecchi acustici. Un recente studio dell’Università del Michigan ha infatti dimostrato che l’utilizzo sistematico delle audioprotesi, come prescritto dal proprio medico e dall’audioprotesista riduce la comparsa della demenza senile (-18%) e della depressione (-11%). Anche le cadute rovinose, dovute all’indebolimento del sistema uditivo (ricordiamo che l’orecchio è anche la sede del senso dell’equilibrio) sono ridotte del 13%, evitando così settimane di ricovero in ospedale, medicine o anche delicate operazioni nei casi più gravi.

Il contributo ASL per gli apparecchi acustici

Come abbiamo detto nel nostro precedente articolo, è possibile ricevere un contributo a copertura totale o parziale della spesa sostenuta per l’acquisto di apparecchi acustici, ricorrendo al Sistema Sanitario Nazionale. Alcune categorie di utenti infatti hanno diritto ad avere gli apparecchi acustici ad un prezzo agevolato, richiedendo all’ASL il contributo. Il percorso per la richiesta è molto semplice: il team Favale&Gaburro è a vostra completa disposizione per aiutarvi con tutte le pratiche.

Ecco quali sono le categorie che hanno diritto a questo tipo contributo:

  • Invalidi civili per almeno il 34% del punteggio, purché nel verbale compare la voce ipoacusia (sordità)
  • I minori indipendentemente dal loro grado di ipoacusia.
  • I ricoverati in strutture sanitarie accreditate
  • Gli invalidi del lavoro
  • Gli invalidi di guerra e di servizio.

In conclusione, non esiste una risposta diretta e universale alle domande sul prezzo degli apparecchi acustici, poiché le variabili da tenere in considerazione sono davvero tante, ma gli audioprotesisti dei nostri centri acustici sapranno consigliarvi il modello più adatto alle vostre esigenze e al vostro budget.

 

WhatsApp Image 2022-04-04 at 17.21.03

Apertura nuovo Centro Acustico a Desenzano: tutti i servizi

I Centri Acustici Favale&Gaburro sono da anni il punto di riferimento per tutti coloro che vivono nella provincia veronese e mantovana e che hanno problemi di udito. Da oggi sono più vicini agli abitanti di Desenzano e dintorni, grazie all’apertura di un nuovo centro acustico proprio in questa splendida cittadina sulle rive del lago.

Ma quali sono i servizi offerti da questa nuova sede e da tutte le altre sedi?

Accoglienza

Entrare in un centro acustico significa ammettere con se stessi, e anche con gli altri, di avere un problema uditivo e, come riportano anche le ultime indagini statistiche, molti italiani si vergognano ancora del loro calo uditivo e rimandando anche per diversi anni le visite di controllo. Proprio per questo motivo, facciamo in modo di accogliere i pazienti nel modo migliore, facendoli sentire a casa grazie alla cordialità e all’empatia del nostro team. Il sorriso e la comprensione è il primo passo per instaurare un rapporto medico-paziente fruttuoso e duraturo.

Durante questa prima fase conoscitiva di counseling, completamente gratuita, i nostri audioprotesisti raccoglieranno il maggior numero di informazioni sul paziente e sulla sua storia clinica, ma anche sulle sue abitudini di vita. È importante capire se il calo uditivo è causato da scorrette abitudini di ascolto, da malattie pregresse non trattate adeguatamente, da fattori congeniti o “semplicemente” dal progressivo e naturale indebolimento dell’apparato uditivo.

Test accurati con strumentazione all’avanguardia

Dopo aver acquisito tutte le informazioni necessarie, si effettua una serie di test strumentali per poter individuare la tipologia e il grado di perdita uditiva. Si tratta di test veloci e non invasivi, ma che sono molto accurati e precisi grazie all’utilizzo di strumenti all’avanguardia che si possono trovare nei centri acustici Favale&Gaburro come quello di Desenzano.

Ecco quali sono i principali:

  • Test audiometrico tonale: consiste nella somministrazione di suoni a diverse intensità e tonalità per trovare la soglia minima di udibilità del paziente che dovrà rispondere agli stimoli premendo un tasto o alzando la mano
  • Test audiometrico vocale: consiste nel somministrare al paziente parole bisillabiche in ambiente silenzioso e fargliele ripetere, in modo da trovare la sua soglia di percezione, è un esame spesso decisivo per valutare la possibilità e l’opportunità di utilizzare una protesi acustica.
  • Impedenzometria:è un esame diagnostico obiettivo, non invasivo, che valuta l’elasticità della membrana timpanica e della catena di ossicini responsabile della funzione dell’udito.
  • MATRIX Sentence Test: si tratta di un particolare tipo di audiometria vocale che si adatta automaticamente alle risposte del paziente, aumentando o diminuendo la difficoltà di ascolto al fine di valutare la comprensione verbale in condizioni di rumore, simulando le condizioni di ascolto difficili in cui potrebbe trovarsi nella vita quotidiana. Questo test permette di misurare con una precisione elevatissima la capacità del paziente di comprendere nel rumore e soprattutto i suoi miglioramenti o peggioramenti nel tempo.
  • Prove REM: Consistono nell’adattare gli apparecchi acustici con misurazioni sull’orecchio reale (REM), l’adattamento viene personalizzato in base all’acustica del condotto uditivo dei pazienti. Questo migliora i benefici degli apparecchi acustici e la percezione uditiva del paziente.

Dopo la fase di test, qualora dovesse essere necessario l’utilizzo di una protesi acustica, si passa alla consulenza sugli apparecchi acustici. In base al grado di perdita uditiva, allo stile di vita e al budget del paziente, l’audioprotesista gli consiglierà il modello più adatto alle sue esigenze, che il paziente potrà provare gratuitamente per 30 giorni.

 Assistenza continuativa

Durante il periodo di prova, gli audioprotesisti Favale&Gaburro continuano a prendersi cura di lui attraverso fitting e regolazioni periodiche, per poter adattare i dispositivi nel modo migliore. Se la prova va a buon fine e si procede con l’acquisto, questo tipo di assistenza continuativa, svolta sempre con la massima professionalità e cura, continuerà regolarmente anche dopo la vendita.

È importante infatti eseguire controlli periodici trimestrali al fine di monitorare e migliorare sempre di più le prestazioni degli apparecchi acustici man mano che l’esperienza con il prodotto si esprime nella quotidianità.

Tutti questi servizi sono disponibili in ogni Centro Acustico Favale&Gaburro, compresa la nuova sede di Desenzano. Inoltre, nella sede di Verona, è possibile anche avere una consulenza di prim’ordine dugli impianti cocleari e Baha, grazie alla partnership ufficiale con Cochlear©, azienda leader mondiale nelle soluzioni uditive impiantabili.

Cosa aspetti? Se hai bisogno di un controllo dell’udito, rivolgiti ai Centri Acustici Favale&Gaburro.

Teatro Ariston Sanremo

“Ascolterai” il Festival di Sanremo?

“Guarderai il Festival?” “Mercoledì non posso uscire perché devo guardare Sanremo” “Non vedo l’ora che salgano sul palco i Maneskin!”

Il Festival di Sanremo è alle porte, e queste frasi faranno parte delle conversazioni quotidiane degli italiani per tutta la prossima settimana. Eppure, Sanremo è il festival della canzone italiana e, sebbene sia uno spettacolo a 360 gradi, la vera protagonista è la musica, che non va guardata o seguita, ma ascoltata

Musica: benefici e problematiche

Ascoltare la musica non è solo una forma di intrattenimento o di svago, ma è un vero e proprio toccasana per la mente e per il corpo. Influisce infatti sulla pressione sanguigna e sull’umore, diminuisce i livelli stress e aumenta la concentrazione e la memoria.

Uno studio dell’Università McGill ha analizzato i principali benefici della musica in base agli effetti chimici che produce nel nostro corpo, come la riduzione dell’ansia, (attraverso lo stimolo della produzione di ossitocina), il rafforzamento del sistema immunitario (attraverso l’aumento dei livelli di immunoglobina A) e un senso di rilassamento generale (attraverso il rilascio di endorfine).

Senza contare che la musica è un vero toccasana anche per l’anima e lo spirito, perché stimola la consapevolezza interiore e aiuta a far luce sui propri pensieri e sul proprio stato d’animo.

Tuttavia, ci sono casi in cui la musica può essere dannosa, in particolar modo per l’udito. Ciò si verifica quando si fa un abuso di cuffie e auricolari (o si utilizzano modelli scadenti), o quando si ascolta la musica a volumi troppo alti.

Il problema è molto più diffuso di quanto sembri: la perdita di udito a causa dell’esposizione prolungata a suoni troppo forti, in primis appunto la musica che si ascolta quotidianamente, ha raggiunto numeri molto alti, soprattutto tra i giovani. Non a caso la tematica del prossimo World Hearing Day (3 marzo 2022) è proprio questa: “Hear for life, listen with care!” (Ascolta per tutta la vita, ascolta con attenzione)

Con gli apparecchi acustici non rinunci alla buona musica

Per le persone con problemi di udito, ascoltare la musica può essere alquanto difficile, anche quando l’ipoacusia è leggera, perché l’orecchio non è più in gradi di cogliere quelle sottili sfumature e quei vibrati che tanto ci fanno emozionare ascoltando per esempio un’opera lirica dal vivo. Le difficoltà aumentano quando, nel caso del Festival di Sanremo, non si ascolta la musica dal vivo, ma attraverso la televisione.

Per fortuna, una soluzione per godersi di nuovo Sanremo e la buona musica in generale c’è: gli apparecchi acustici.

Un apparecchio acustico di ultima generazione infatti ha la possibilità di collegarsi alla Tv (in modo diretto o attraverso un pratico accessorio wireless) e trasmettere i suoni direttamente in streaming. Grazie all’uso di processori sempre più tecnologici, il suono arriverà alle tue orecchie senza nessun ritardo percepibile rispetto all’originale, ma soprattutto in modo chiaro, nitido e cristallino, senza alcuna interferenza. E sarà come ascoltare Elisa, Achille Lauro o Gianni Morandi seduto al Teatro dell’Ariston, o quasi.

Inoltre, potrai utilizzare l’apposita app per regolare il volume, i bassi e tutte le caratteristiche audio per adattare il suono al tuo grado di perdita uditiva. Finiranno così i battibecchi in famiglia sul volume troppo alto, e si potrà trascorrere la serata tutti insieme godendosi la buona musica italiana. Le uniche discussioni ammesse saranno quelle sul vincitore di Sanremo.

Sei pronto a goderti il Festival di Sanremo con gli apparecchi acustici? Vieni in uno dei nostri centri per un controllo e per richiedere la prova gratuita del modello più adatto alle tue esigenze.

Bambino con impianti cocleari

Impianti cocleari: cosa sono e come funzionano

Gli impianti cocleari sono dei dispositivi elettronici che permettono di trasformare i suoni in impulsi elettrici e trasmetterli direttamente al nervo acustico. Svolgono, di fatto, le funzioni della coclea, l’organo che ha sede nell’orecchio interno e che traduce appunto i suoni per farli giungere al cervello: ecco perché si vengono chiamati anche “coclea artificiale” o “orecchio bionico”.

Questi dispositivi, sia per la loro struttura che per il loro funzionamento, sono molto diversi dal tradizionale apparecchio acustico. L’apparecchio acustico ha infatti la funzione di amplificare i suoni, che poi arrivano al cervello attraverso la coclea così come accade per le persone normo-udenti; l’impianto cocleare invece si sostituisce alla coclea proprio in quei casi in cui essa non funziona correttamente: capta i suoni, li traduce in impulsi elettrici e stimola il nervo acustico.

Ci si serve di questo tipo di impianto in casi di ipoacusia medio-grave o anche di sordità, soprattutto quando si tratta di sordità infantile. Grazie gli impianti cocleari, i bambini con problemi di udito gravi possono sentire i suoni più importanti e riuscire a sviluppare le aree del cervello legate al linguaggio e alla comunicazione.

Come è fatto un impianto cocleare

Abbiamo detto che gli impianti cocleari si distinguono dagli apparecchi acustici anche per la loro struttura. Si compongono infatti di:

  • audioprocessore esterno
  • antenna magnetica esterna
  • ricevitore interno

L’audioprocessore esterno è molto simile nella forma ad un apparecchio acustico e si posizione dietro l’orecchio. Attraverso un cavetto si collega all’antenna, la quale aderisce magneticamente alla cute. Sotto l’antenna magnetica si trova il ricevitore interno, che viene applicato sotto la cute dell’osso temporale e collegato all’orecchio interno attraverso un intervento chirurgico che può durare circa un’ora e mezza.

Impianti cocleari nei bambini

Gli impianti cocleari nei bambini con problemi di udito sono molto diffusi: si stima che in Italia ci siano almeno 700 nuovi interventi di applicazione all’anno. La sordità infantile, infatti, come abbiamo detto in un precedente articolo, riguarda un gran numero di nuovi nati. Fortunatamente, grazie allo screening uditivo neonatale obbligatorio, è possibile intervenire in tempi brevi ed evitare che il bambino possa sviluppare problemi di apprendimento e di sviluppo del linguaggio.

L’impianto cocleare può essere infatti impiantato dopo i primi 12 mesi, e cioè in età preverbale: in questo modo il bambino con problemi uditivi avrà ottime possibilità di imparare a parlare come tutti i suoi coetanei.

I Centri Acustici Favale&Gaburro hanno molto a cuore la salute uditiva dei più piccoli, e per questo sono da diverso tempo Partner Cochlear, una delle più importanti aziende produttrici di impianti cocleari. Attraverso un’attenta analisi delle esigenze del bambino, i nostri esperti elaboreranno la strategia migliore per permettergli di vivere la sua vita a tutto volume.

Se hai bisogno di un consulto, puoi contattarci qui.

celebrità con problemi di udito

Celebrità con problemi di udito: ieri e oggi

La celebrità con problemi di udito più famosa al mondo è senza dubbio Beethoven, nonostante i due secoli che ci separano dal celebre compositore. Ciò è dovuto sia alla discreta documentazione in nostro possesso sulla sua vita (lettere e quaderni scritti dallo stesso Beethoven) sia perché siamo affascianti dal fatto che proprio un musicista possa avere problemi di udito o essere addirittura sordo.

Al di là del mito creato attorno alla figura del geniale compositore, nella realtà questa cosa non dovrebbe stupirci: sono moltissimi i musicisti e gli artisti del presente e del passato con problemi di udito.

Personaggi famosi del passato con problemi di udito

Il caso di Beethoven è comunque singolare. Il compositore, proprio nel periodo in cui portava a termine i suoi primi capolavori e il suo genio creativo veniva riconosciuto in tutta l’Europa, cominciò ad accusare i primi sintomi dell’ipoacusia. La sua reazione, come quella di molte persone dei nostri giorni, è stata fortemente negativa: sappiamo che tentò addirittura il suicidio, perché immaginava che la sordità avrebbe potuto distruggere la sua carriera.

Tuttavia, con la forza eroica che contraddistinguerà poi le sue composizioni future, Beethoven riuscirà ad andare avanti e a dedicarsi, nel suo modo sublime ed estremamente moderno, alla musica. Anzi, alcuni dei suoi più grandi capolavori vennero composti proprio quando Beethoven era già completamente sordo.

La storia di Beethoven è anche una testimonianza di un primo rudimentale apparecchio acustico. L’inventore del metronomo Johann Mälzel, amico del compositore, progettò per lui dei cornetti acustici, che avrebbero dovuto aiutarlo a sentire meglio, amplificando i suoni. Questi oggetti possono essere ammirati ancora oggi e recano i segni di graffi e ammaccature: Beethoven era solito lanciarli contro le pareti perché non li riteneva abbastanza efficaci.

Tra gli artisti del passato con problemi di udito posiamo ricordare anche due celebri pittori: Fancisco Goya, la cui sordità influenzò molto gli ultimi anni di produzione artistica, e il Pinturcchio, chiamato scherzosamente “Sordicchio” dai suoi contemporanei, in riferimento ai suoi disturbi uditivi.

Celebrità con problemi di udito dei nostri giorni

Come dicevamo all’inizio di questo articolo, tra le celebrità con problemi di udito dei nostri giorni ci sono soprattutto i musicisti.

Il caso di Sting è uno dei più noti: l’ex cantante dei Police ha reso pubblica la sua condizione già nel 1995 ed è impegnato in diverse campagne di sensibilizzazione sul calo dell’udito e sulla prevenzione uditiva. Così come Beethoven, anche Sting non va molto d’accordo con gli apparecchi acustici, che usa poco e in modo discontinuo (rendendoli così poco efficaci).

Anche Phil Collins ed Eric Clepton soffrono di ipoacusia, mentre il rapper Caparezza dal 2015 convive con l’acufene, quel fastidioso fischio nelle orecchie che avverte anche quando non c’è nessuna fonte ad emetterlo. E proprio a questo disturbo uditivo Caparezza ha dedicato un brano, Larsen, in cui racconta la sua vita di “prigioniero” di quel fischio senza tregua.

Altre celebrità con problemi di udito, appartenenti questa volta al mondo di Hollywood sono William Shatner, Woohopi Goldber, Halle Barry e Jodie Foster.

Quest’ultima in particolare rappresenta il caso in cui una persona con ipoacusia riesce ad accettare il problema, a prenderne consapevolezza e decidere di indossare quotidianamente gli apparecchi acustici, ottenendo buoni risultati.

 

nonni con problemi di udito

Nonni con problemi di udito: come spiegarlo ai bambini

I nonni con problemi di udito sono moltissimi. L’ipoacusia infatti colpisce soprattutto le persone da 60 anni in su che, con molta probabilità, sono nonni e hanno dei nipotini.

Spesso, è proprio l’interazione con i nipoti che può svelare un calo dell’udito nascosto. Le voci dei bambini infatti sono più acute e squillanti di quelle degli adulti e, come ben sappiamo, l’ipoacusia colpisce dapprima le alte frequenze, quindi proprio i suoni acuti. Può capitare che i nonni chiedano spesso ai nipoti di ripetere ciò che hanno appena detto perché non sono riusciti a capirlo la prima volta.

I nipoti che passano molto tempo a casa dei nonni potrebbero accorgersi anche di altri campanelli d’allarme che agli adulti possono sfuggire. Ad esempio, possono notare la tendenza dei nonni ad alzare troppo il volume della Tv quando guardano insieme i cartoni, oppure il fatto che non sentono squillare il telefono.

Davanti a situazioni del genere i bambini, curiosi per natura, possono essere portati a chiedere il perché di questo “strano” comportamento del nonno. Ed è compito dei genitori spiegare loro con parole semplici in cosa consiste la perdita uditiva e cosa si potrebbe fare per aiutare il nonno.

I nipoti possono aiutare i nonni con problemi di udito ad affrontare il loro problema

I bambini, oltre ad individuare più facilmente i campanelli d’allarme, possono anche rappresentare, per i nonni, uno stimolo ad affrontare il problema.

Le persone con ipoacusia hanno infatti la tendenza ad ignorare il loro problema uditivo e a nasconderlo a familiari e amici. Hanno paura di essere giudicati troppo vecchi, di essere presi in giro per via degli apparecchi acustici e di essere considerati inutili. Questo vale soprattutto per i nonni con problemi di udito che, grazie ai nipotini, ritrovano buonumore ed energia e, per colpa del calo uditivo, hanno paura di perderli.

Proprio per questo è importante affrontare l’argomento ipoacusia con il nonno, anche in presenza del nipotino. In questa occasione si può spiegare ad entrambi che il calo dell’udito non è una cosa di cui vergognarsi, ma una condizione fisiologica naturale, e che portare gli apparecchi acustici non lo farà sembrare il nonno più vecchio, ma gli permetterà di godersi al meglio le giornate in compagnia del suo nipotino.

Possono essere proprio i nipoti, così bravi con smartphone e tablet, a mostrare al nonno le foto degli apparecchi acustici di ultima generazione, così piccoli e discreti, e di paragonarli magari alle loro cuffiette wireless di cui vanno tanto fieri. I più grandicelli possono anche accompagnarlo ad effettuare un controllo dell’udito, che nei nostri centri acustici è totalmente gratuito.

I nipotini possono essere davvero la chiave giusta per aiutare i nonni con problemi di udito.

cuffie

Cuffie a padiglione o auricolari: quali sono le migliori per ascoltare la musica senza danneggiare l’udito

Le cuffie sono diventate un accessorio tecnologico quasi indispensabile per ognuno di noi. Qualche anno fa si utilizzavano soltanto per ascoltare la musica o per parlare brevemente al cellulare mentre si era alla guida, ma oggi, a causa della pandemia, sono diventate necessarie per riunioni di lavoro, sedute di laurea e videolezioni.

Con un paio di cuffie a testa (e un dispositivo a testa a cui collegarle), una famiglia può seguire separatamente una call di lavoro, una lezione di storia alle scuole medie e guardare una serie tv, tutto nella stessa casa, senza (quasi) disturbarsi a vicenda.

Nonostante negli ultimi mesi le cuffie siano state utilizzate più per necessità che per motivi di svago, il loro utilizzo principale è sempre quello di fruizione della musica, soprattutto tra i giovani. Tuttavia, un utilizzo scorretto di questi accessori può comportare gravi problemi uditivi: secondo una stima dell’UE, circa 10 milioni di persone rischiano la perdita dell’udito a causa di un uso improprio delle cuffie.

Quindi le cuffie sono dannose per l’udito? No, ma bisogna usarle correttamente. L’OMS consiglia di seguire la regola del 60:60, ossia sessanta minuti di utilizzo al 60% del volume. È necessario infatti fare una pausa per far riposare le orecchie di tanto intanto. Inoltre, per ascoltare la musica ad un volume adatto e goderci ugualmente ogni sfumatura sonora, vi consigliamo di acquistare un modello non troppo economico, che non vi costringa ad alzare il volume oltre il necessario per sentire meglio.

Un’altra domanda alla quale vogliamo rispondere è la seguente. Meglio le cuffie a padiglione o gli auricolari? Ecco i pro e i contro.

Cuffie a padiglione: vantaggi e svantaggi

Le cuffie a padiglione sono quelle che coprono interamente le orecchie e vengono utilizzate soprattutto per ascoltare la musica e, negli ultimi anni, per il gaming, ossia per giocare ai videogiochi online. Spesso infatti sono dotate di microfono incorporato.

I modelli più costosi sono progettati per risultare confortevoli anche dopo diverse ore di utilizzo, perché hanno un design ergonomico e l’imbottitura di qualità che non preme sulle orecchie. A livello di trasmissione del suono sono migliori dei modelli auricolari poiché il suono viene trasmesso alle orecchie in modo uniforme, come avviene quando non si utilizzano le cuffie.

Inoltre, proprio perché avvolgono tutto l’orecchio, coprono parzialmente anche i suoni esterni e in questo modo non è necessario alzare troppo il volume per riuscire a godersi la musica.

A livello di svantaggi, non si può certo negare che queste cuffie siano ingombranti e poco pratiche: è difficile portarle con sé e indossarle quando si è fuori casi. Inoltre, non tutte sono dotate di microfono, e pertanto non sono utilizzabili per le telefonate.

Auricolari: vantaggi e svantaggi

Le cuffie auricolari sono quelle che si inseriscono direttamente all’interno delle orecchie. Sono perfette per chi viaggia o è spesso fuori casa, perché hanno un ingombro minimo. Gli ultimi modelli sono piccolissimi e, soprattutto, wireless, cioè senza fili. Nonostante siano così piccole, sono un vero e proprio concentrato di tecnologia, studiato per offrire un ascolto ottimale sia della musica che delle conversazioni telefoniche. Tuttavia, proprio la natura del modello, ossia il fatto che va inserito all’interno dell’orecchio, risulta dannoso per l’udito, perché il suono viene trasmesso direttamente all’interno del canale uditivo.

Ecco perché consigliamo di preferire, quando possibile, l’utilizzo di cuffie a padiglione, e di seguire sempre i consigli che vi abbiamo lasciato all’inizio dell’articolo.

app per inquinamento acustico

App per inquinamento acustico: cosa sono e a cosa servono

Il numero di app che abbiamo installato sul nostro cellulare è in continua crescita, dato che sono sempre di più i campi in cui queste applicazioni possono semplificare diversi aspetti della nostra vita. Si pensi ad esempio alle app delle banche, che consentono di effettuare diverse operazioni bancarie con pochi clic, o alle nuove app di bar e ristoranti che consentono di sfogliare il menu e ordinare in pochissimi minuti.

Una tipologia di app che però dovremmo avere tutti sullo smartphone e che permette di salvaguardare la nostra salute uditiva sono le app per inquinamento acustico, ossia applicazioni che misurano il volume dei suoni intorno a noi, avvisandoci quando siamo alla soglia critica.

Inquinamento acustico

Ma che cos’è l’inquinamento acustico? Secondo la definizione fornita dalla legge n 447 del 1995 è “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocar fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana”. In parole povere, si parla di inquinamento acustico quando c’è troppo rumore che può danneggiare la salute, non solo quella uditiva.

Le principali fonti di questo rumore sono il traffico cittadino e i mezzi di trasporto. Si pensi ad esempio al rombo delle moto e ai clacson, ma anche ai tremi che attraversano la città o agli aerei che sorvolano a bassa quota i centri abitati. Tutti questi suoni peggiorano la qualità della vita e sono pericolosi per l’udito.

Ma i rumori dannosi sono presenti anche in casa: volume della tv o dello stereo troppo alto, elettrodomestici come aspirapolvere, frullatore e tosaerba sono solo alcuni di rumori a cui sottoponiamo ogni giorno il nostro udito.

E infine, bisogna tener conto dell’inquinamento acustico sul luogo di lavoro. Non si fa riferimento solo ai lavori tradizionalmente dannosi per l’udito, come quelli in fabbrica (in questo caso i dispositivi di protezione obbligatoria dovrebbero ridurre drasticamente i rischi), ma anche ad altri tipi di contesti lavorativi, come bar, locali notturni, centri commerciali e call center.

L’inquinamento acustico, come dicevamo, può causare problemi uditivi come ipoacusia e acufene, ma anche problemi psicologici, difficoltà ad addormentarsi, peggioramento della qualità del sonno e aumento dello stress. Ecco perché è importante monitorare la qualità dell’ambiente sonoro intorno a noi.

Le migliori app per inquinamento acustico

Per farlo si possono utilizzare le app per inquinamento acustico, ossia applicazioni per smartphone che misurano il livello del suono in un determinato ambiente e indicano se si è vicini alla soglia critica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato a 65 dBl il livello massimo di intensità sonora durante il giorno e a 55 dBl quello durante la notte. Ecco quali sono le migliori app per inquinamento acustico.

  • Sound Meter: permette di ottenere dati sul rumore in modo completo e accurato e avvisa quando viene superata la soglia critica reimpostata.
  • Sound Analyzer App: trasforma lo smartphone in un Sound Level Meter (SLM) e in un Real time Audio Analyzer (RTA) e mostra i parametri di suono attraverso grafici completi ma semplici da leggere.
  • Decibel X: possiede misurazioni precalibrate altamente affidabili, supporta ponderazioni in frequenza e permette di sovrapporre i grafici ottenuti alle foto dell’ambiente dove si è effettuata la misurazione.

Volete scoprire quanto è rumorosa la vostra camera o il vostro bar preferito? Scaricate una di queste app per inquinamento acustico e prendetevi cura del vostro udito.

pulire le orecchie dei bambini

Come pulire le orecchie dei bambini

Prendersi cura del proprio udito comincia da una corretta igiene delle orecchie. Ciò vale per gli adulti, ma anche per i bambini. Anzi, è importante che i vostri figli imparino a pulirsi correttamente le orecchie, proprio come imparano a lavarsi i denti prima di andare a dormire: fa li aiuterà ad acquisire una routine difficile da dimenticare. Ma come pulire le orecchie dei bambini?

Il primo consiglio sulla corretta pulizia delle orecchie dei bambini è quello di ridurre al minimo l’utilizzo dei cotton fioc e adoperarli solo per la pulizia del padiglione esterno. Infilando i bastoncini di cotone all’interno del condotto uditivo si corrono infatti molteplici rischi:

  • lacerazione della membrana timpanica
  • formazione di un tappo di cerume
  • infezione del condotto uditivo

Basta infatti un movimento brusco, un sobbalzo o una scarsa manualità e si rischia di danneggiare seriamente l’udito. Questo vale soprattutto quando a maneggiare i cotton fioc sono i bambini, ma anche gli adulti dovrebbero fare molta attenzione.

Come sopperire allora alla mancanza dei cotton fioc? Con le dita! Sembrerà strano, ma il modo più sicuro di pulire le orecchie dei bambini (e degli adulti) è proprio quello di utilizzare le dita. Quando fate la doccia o quando lavate il viso a mattino è buona abitudine lavare anche le orecchie. Basta un po’ di acqua e un sapone delicato.

Altre buone abitudini per pulire le orecchie dei bambini

Un’altra buona abitudine è anche quella di non lasciare le orecchie bagnate ma di asciugarle sempre con un asciugamano. Se il vostro bambino dovesse avere sensazione che qualche gocciolina d’acqua gli sia entrata nelle orecchie, potete asciugare il condotto uditivo con l’aria tiepida del phon. Questo gesto è molto utile, soprattutto per i piccoli nuotatori, che vanno in piscina tutto l’anno e sono più esposti al rischio di mal d’orecchio e otite.

Oltre a quello dei cotton fioc, è opportuno sfatare anche il mito delle gocce auricolari emollienti. Al contrario di quanto si pensi, non vanno usate tutti i giorni per la pulizia quotidiana, ma solo in presenza di un tappo di cerume. Sono infatti prodotti oleosi ed emollienti, e non sono efficaci per la pulizia, ma sciolgono il cerume accumulato. In genere, è il pediatra a prescriverne l’utilizzo e anche il corretto dosaggio.

Diversi sono gli spray auricolari specifici per l’igiene delle orecchie. Contengono acqua d mare microbiologicamente controllata, e hanno un beccuccio adatto per pulire le orecchie dei bambini, più piccole e sensibili.

mascherina e problemi di udito

La mascherina ha contribuito a svelare i problemi di udito

È più di un anno ormai che vige l’obbligo di indossare la mascherina: a scuola, sul luogo di lavoro, per strada, nei negozi. E se all’inizio spesso la dimenticavamo ed eravamo costretti a tornare a casa per recuperarla, adesso invece ci siamo abituati e non usciamo mai senza.

Quello a cui forse non siamo ancora abituati però è il fatto che la mascherina ha contributo a svelare tantissimi casi di problemi uditivi che, senza di essa, sarebbero stati ignorati per anni. Sappiamo bene quanto sia dannoso trascurare il calo uditivo. Più a lungo la mente viene privata dei suoni, più velocemente invecchia e diventa difficile riacquistare la capacità di sentire di nuovo bene.

Ma come mai la mascherina ha contribuito a svelare i problemi di udito? In primo luogo perché sono cambiate le regole della comunicazione: distanziamento, minor utilizzo della gestualità e della mimica facciale. Il secondo luogo perché la mascherina riduce effettivamente il volume della voce.

La mascherina attenua la voce e nasconde il labiale

Anche chi non ha problemi di udito infatti non può non aver notato che la mascherina attenua la voce. Secondo i dati infatti le normali mascherine chirurgiche, quelle che indossiamo un po’ tutti, abbassano il volume della voce di circa 4 dBl. Le FFP2 invece offrono sì una maggiore protezione, ma possono ridurre la voce anche di 12 dBl. 

A ciò si aggiungono anche la distanza interpersonale minima di 1 metro e le barriere di plexiglass che spesso ci sono negli uffici e nei luoghi pubblici, e che rendono ancora più difficile la comunicazione.

Tuttavia, proprio perché l’abbassamento della voce è una conseguenza oggettiva dell’uso della mascherina da parte dell’interlocutore, non può essere considerato un indizio primario di un calo uditivo.

Il vero motivo per cui la mascherina ha “smascherato” tanti problemi uditivi è che copre le labbra, impedendoci di leggere il labiale.

Tutti, anche se in modo involontario, seguiamo il movimento delle labbra per aiutare l’udito a percepire bene tutte le parole di una conversazione. Se, venendo meno la lettura del labiale, ci rendiamo conto di non cogliere bene ogni parola, allora ecco che vengono alla luce le difficoltà uditive.

In questo caso, vi consigliamo di effettuare un controllo dell’udito gratuito presso uno dei nostri centri acustici.

acufene e apparecchi acustici

Acufene e apparecchi acustici: una terapia che funziona?

Nel precedente articolo sull’acufene, abbiamo spiegato come la terapia più efficace contro questo fastidiosissimo disturbo dell’orecchio sia la TRT (Tinnitus Retraining Therapy). Tale trattamento prevede sedute di counseling per “educare il cervello” ad ignorare il fischio o ronzio nelle orecchie, insieme all’arricchimento sonoro. L’ascolto di suoni bianchi infatti aiuta a ridurre la percezione dell’acufene. Ma qual è il legame tra acufene e apparecchi acustici?

Molte persone che soffrono di tinnitus hanno anche una perdita uditiva. Anzi, il tinnitus risulta ancora più amplificato rispetto agli altri suoni, quelli che davvero si vorrebbero ascoltare, e ciò aumenta lo stress e il disagio di chi soffre di acufene.

Gli apparecchi acustici possono aiutare ad affrontare entrambi i problemi. Infatti possono amplificare i rumori ambientali e quelli della natura, distogliendo l’attenzione del fischio nelle orecchie. Inoltre, grazie a specifici programmi installati negli apparecchi acustici di ultima generazione, è possibile regolare i suoni in entrata e in uscita per alleviare il fastidio dell’acufene. Si tratta della funzione di mascheramento dell’acufene, e diventa sempre più personalizzabile e sempre più sofisticata.

L’intervento di un professionista è fondamentale

Tuttavia, la cosa davvero importante, quando si parla di acufene e apparecchi acustici, non è tanto il modello o la tecnologia del dispositivo, quanto il ruolo svolto dall’audioprotesista.

L’acufene infatti, forse molto più del calo uditivo, è molto debilitante e provoca in chi ne soffre una fortissima condizione di stress. Il ruolo dell’audioprotesista, prima ancora di ideare un percorso terapeutico, è quello di rassicurarlo e fornirgli corrette informazioni.

Prima di recarsi presso un centro acustico, il paziente con acufene avrà di sicuro effettuato ricerche per proprio conto, provato soluzioni “fatte in casa”, come l’ascolto di playlist di suoni della natura. Avrà dovuto fronteggiare la dura realtà, e cioè che dall’acufene non si può guarire. Sarà di conseguenza scoraggiato.

Un buon audioprotesista dovrà sì confermare questa realtà, ma anche spiegargli che è possibile convivere con l’acufene e tornare ad avere una vita normale. Mostrare empatia e gentilezza in questa fase del percorso è fondamentale per il benessere del paziente. Siccome gli interventi sull’acufene sono anche di natura psicologica, instaurare un legame di fiducia con il proprio audioprotesista è indispensabile.

Anche nella scelta del modello, è l’audioprotesista ad avere l’ultima parola. In questo caso entrano in gioco le sue competenze, la sua conoscenza della problematica e degli apparecchi acustici. Sebbene molti modelli di ultima generazione abbiano delle funzioni per il mascheramento o trattamento dell’acufene, non sono tutti uguali.

Per ogni dubbio su acufene e apparecchi acustici puoi rivolgerti agli audioprotesisti dei Centri Favale&Gaburro.

TRT (Tinnitus Retraining Therapy)

Cos’è la TRT (Tinnitus Retrianing Therapy): la terapia efficace contro l’acufene

La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) è attualmente uno dei trattamenti più efficaci per combattere il fastidio dell’acufene. È stata ideata dal neurofisiologo Pawel J. Jastreboff dopo un attento studio su come si trasmettono i segnali uditivi. Secondo lo studioso infatti, i suoni, prima di essere percepiti a livello cosciente dal cervello, sono sottoposti ad una sorta di filtro. Se il suono è considerato importante, si attiverà una sorta campanello d’allarme, che avvertirà il cervello dell’arrivo di una comunicazione importante o di un pericolo imminente. Se invece il suono non è considerato importante, viene attenuato, e il cervello lo ignora.

L’acufene è considerato un suono pericoloso, quindi il nostro cervello non lo esclude, anzi, ci presta particolarmente attenzione. Ecco perchè è difficile concentrarsi su altro, conversare, studiare o semplicemente addormentarsi.

Con la TRT (Tinnitus Retraining Therapy) è invece possibile fare in modo che l’acufene diventi un rumore secondario, senza importanza, che può essere ignorato.

Come funziona la TRT (Tinnitus Retraining Therapy)

La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) si basa sul ricondizionamento del cervello. Il suo scopo è quello di rieducare la mente a non percepire l’acufene come un suono importante. E per farlo sfrutta due fattori essenziali:

  • l’arricchimento sonoro
  • il supporto psicologico

L’arricchimento sonoro è possibile grazie all’uso di apparecchi acustici. Questi dispositivi riproducono rumori bianchi, ossia suoni continui e neutri, che coprono tutti gli altri suoni e aiutano il cervello a rilassarsi. Con il passare del tempo, il fischio dell’acufene verrà assimilato a questi suoni, e quindi ignorato.

Tuttavia, non basta coprire il ronzio o far finta che non esista. È importante avere accanto una figura di supporto psicologico che aiuti ad affrontare il problema dell’acufene. Spesso infatti, all’acufene sono legati forti sensazioni di ansia, stress, nervosismo e insonnia. Il consulente ha il compito di aiutarvi a gestire le emozioni negative derivanti dall’acufene, aiutando così il processo mentale che porterà a registrarlo come un suono non importante.

Quanto dura il trattamento

La durata del trattamento dipende ovviamente dalla gravità dell’acufene, e dalla presenza di eventuali disturbi ad esso collegati. In genere però si va dai 3 ai 9 mesi, un periodo di tempo durante il quale l’acufene di certo non sparirà, ma diventerà sempre meno fastidioso.

È bene sottolineare infatti che la TRT (Tinnitus Retraining Therapy) non guarisce dall’acufene (purtroppo attualmente non esiste nessuna cura farmacologico o chirurgica a questo problema uditivo), ma aiuta a ritrovare uno stile di vita normale e sereno.

La sua efficacia è duratura nel tempo: una volta che il cervello avrà imparato a considerare l’acufene come uno stimolo sonoro privo di interesse, questo traguardo durerà a lungo. Diversi studi hanno dimostrato che la TRT (Tinnitus Retraining Therapy) è efficace sulla lunga durata in oltre l’80% dei pazienti affetti da acufene.

attività sportiva con gli apparecchi acustici

Fare attività sportiva con gli apparecchi acustici

Le persone che soffrono di ipoacusia si sentono spesso limitate nella loro quotidianità: hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri, a guardare la TV in compagnia, a guidare e anche a fare attività sportiva. Tuttavia, grazie gli apparecchi acustici è possibile ritornare ad avere una vita serena e a svolgere con sicurezza a tutte le attività quotidiana. Nonostante ciò, ci sono ancora molti timori quando si parla di fare attività sportiva con gli apparecchi acustici.

La preoccupazione principale è ovviamente quella di non danneggiare gli apparecchi acustici o di non smarrirli. Quando si praticano sport di squadra infatti potrebbero capitare situazioni di contatto involontario. Oppure, negli sport con la palla, quest’ultima potrebbe danneggiare gli apparecchi acustici. Ecco perché molti sportivi scelgono di non indossare le loro protesi mentre si allenano o gareggiano.

In questo modo però gli atleti perdono comunicazioni importanti come quelle con l’arbitro, l’allenatore o i compagni di squadra. Fare allenamento senza apparecchi acustici potrebbe anche rivelarsi pericoloso quando si fa sport all’aperto. Correre o fare jogging senza avere una chiara percezione dei suoni che ci circondano infatti non è una scelta saggia.

Chi soffre di ipoacusia deve dunque rinunciare allo sport e al benessere fisico? No, perché fare attività sportiva con gli apparecchi acustici è possibile. Basta seguire alcuni piccoli consigli.

Consigli per fare attività sportiva con gli apparecchi acustici

Il primo suggerimento per fare attività sportiva con gli apparecchi acustici in tutta sicurezza è quello di indossare una fascia tergisudore. Vi aiuterà a sentire gli apparecchi acustici più al sicuro, sia perché li mantiene stabili sia perché li protegge dal sudore. In inverno, se fate jogging o attività sportiva all’aperto, potete sostituire la fascia con un cappellino.

Tenete conto però che il problema di “perdere” gli apparecchi acustici è quasi inesistente quando si parla di endoauricolari.

Il secondo suggerimento è quello di deumidificare gli apparecchi acustici dopo l’attività sportiva. Il sudore infatti potrebbe danneggiare il microfono o il ricevitore. Per questo vi consigliamo di asciugare sempre con un panno i vostri dispositivi appena finito di fare moto. Di sera, quando non li usate, sistemateli nell’apposito bicchiere deumidificatore.

Il terzo suggerimento riguarda il vostro rapporto con gli apparecchi acustici. Non dovete mai vergognarvi di portali, anzi: è importante che i vostri compagni di squadra e l’allenatore sappiano che li indossate, così da fare più attenzione nell’evitare contatti. Gli apparecchi acustici vi aiutano a migliorare i rapporti e la comunicazione con i vostri compagni e la percezione di quello che accade intorno a voi, anche se soffrite di ipoacusia. Come sostengono anche gli specialisti dell’udito, apparecchi acustici e sport non sono affatto incompatibili.

comunicazione tra medico e paziente

Difficoltà di comunicazione tra medico e paziente a causa della mascherina

L’utilizzo della mascherina ha reso difficile la comunicazione tra medico e paziente, soprattutto in campo audiologico. I pazienti con problemi di udito infatti sono tra i più penalizzati, per due motivi.

Il primo è che la mascherina copre le labbra, impedendo all’interlocutore di leggere il labiale. Molti pazienti con ipoacusia (e tutte le persone affette da sordità) si aiutavano nella comunicazione proprio leggendo il labiale, ma attualmente ciò non è più possibile. Le mascherine trasparenti, che potrebbero essere una valida alternativa, sono ancora molto poco diffuse e comportano un’altra serie di problemi.

Il secondo motivo per cui la comunicazione tra medico e paziente è diventata più complicata è che la mascherina chirurgica riduce di circa 3-4 dB il volume della voce, mentre quella trasparente ancora di più.

A ciò bisogna aggiungere il fatto che esistono sempre dei fattori emotivi che ci portano a modificare il nostro modo di comunicare con gli altri a seconda di chi abbiamo davanti. La comunicazione tra medico e paziente risente molto di questo fattore. Il paziente ha sviluppato una maggiore timidezza, perché i suoi problemi di udito risultano amplificati dall’uso della mascherina. Il medico invece, consapevole di ciò, tende a semplificare al minimo il suo linguaggio per riuscire a comunicare in modo più efficace con il suo paziente.

Recenti studi condotti in merito hanno confermato questa tendenza.

Cosa dicono gli studi

La dottoressa Saunders del Manchester Centre for Audiology and Deafness (ManCAD) ha condotto uno studio sull’influenza della mascherina sulla comunicazione tra medici e pazienti, coinvolgendo circa 460 persone. Il 41% di queste indossava gli apparecchi acustici e il 9,2% impianti cocleari.

A tutti i soggetti sono state fatte le seguenti domande:

  • Comunichi in modo differente da quando indossi la mascherina?
  • Pensi che la natura della conversazione cambi quando indossi la mascherina?

Ed ecco e risposte:

  • Sì: 58.9%; Forse: 17.4%; No: 23.8%.
  • Sì: 45.7%; Forse: 25.4%; No: 28.9%.

Come si può notare, la maggior parte dei soggetti ammette una variazione nel proprio modo di comunicare e, di conseguenza, anche nel modo di rapportarsi a proprio medico.

Come abbiamo affrontato i problemi di comunicazione tra medico e paziente

Ecco perché noi dei Centri Acustici Favale&Gaburro, come molti altri specialisti del nostro settore, ci siamo adoperati per essere più vicini ai nostri pazienti, nonostante le mille difficoltà. Un aiuto ci è venuto dalla telemedicina e dall’assistenza a distanza. Grazie alle nuove tecnologie infatti, ci è possibile videochiamare il paziente per offrirgli consulenza online. In questo modo, non è necessario indossare la mascherina, e sia noi che i nostri pazienti siamo più liberi di comunicare. Anche il remote fitting, la funzionalità che permette di regolare gli apparecchi acustici a distanza, è stata un valido aiuto. Durante i mesi di lockdown, ci ha permesso di fornire assistenza tecnica ai nostri pazienti anche se eravamo distanti.

Se volessimo trovare un lato positivo all’esperienza che abbiamo vissuto, e stiamo ancora vivendo, è che ci ha permesso di trovare nuovi modi per migliorare la comunicazione tra medico e paziente nonostante tutte le difficoltà.

 

Come pulire gli apparecchi acustici

Gli apparecchi acustici sono dispositivi indispensabili per chi soffre di problemi di udito, poiché permettono di ritrovare il piacere di sentire bene in ogni situazione. Ecco perché è importante prendersene cura, sia quando si indossano sia quando vengono riposti. Pulire gli apparecchi acustici non è affatto difficile: basta seguire i nostri consigli.

Ma da cosa vanno puliti esattamente? Da tutto ciò che può depositarsi sulla superficie e ostruire i fori del ricevitore o danneggiare il chip. Parliamo soprattutto di polvere, forfora e piccoli residui. Anche il cerume, che può accumularsi sul microfono e bloccare il passaggio dell’aria, è dannoso.

Ecco come pulire gli apparecchi acustici.

I nostri consigli per pulire gli apparecchi acustici

Il primo consiglio da seguire prima di pulire gli apparecchi acustici è quello di lavare bene le mani. Tale consiglio andrebbe seguito anche quando si sostituisce la batteria. Le mani sporche o semplicemente il sebo e la polvere che si depositano naturalmente sulle dita possono danneggiare il dispositivo e diminuire la vita delle batterie. Assicuratevi anche di lavorare in un ambiente sicuro e pulito, evitando che vadano persi le parti più piccole una volta smontate.

Poi si può passare alla pulizia vera e propria. Per pulire gli apparecchi acustici non dovete assolutamente usare saponi, detersivi o solventi, poiché sono dannosi per le componenti elettroniche. Attenzione anche all’acqua. Sebbene gli apparecchi acustici di ultima generazione abbiano una maggiore protezione contro acqua e umidità, non vanno mai immersi nell’acqua o trattati con spugne e panni bagnati o umidi.

Prendete un panno morbido completamente asciutto e utilizzatelo per pulire gli apparecchi acustici. Servitevi dello spray che trovate nei nostri kit pulizia. Per quanto riguarda la pulizia del tubicino, vi consigliamo di adoperare lo spazzolino in dotazione per la pulizia quotidiana. In più, ogni settimana, potete staccarlo e lavarlo sotto l’acqua corrente, facendo attenzione ad asciugarlo bene prima di reinserirlo nell’apparecchio acustico.

Infine, anche se in questo caso si parla di manutenzione e non di pulizia vera e propria, vi consigliamo di riporre gli apparecchi acustici nel bicchiere deumidificatore quando non li usate, soprattutto di notte. Ricordate di togliere le pile e lasciare aperto il vano batterie. I ricaricabili invece andrebbero inseriti nella custodia powerbanck.

Pulire gli apparecchi acustici con regolarità vi aiuterà a mantenerli in buone condizioni e perfettamente funzionanti per diversi anni.

contributo ASL per gli apparecchi acustici

Come ottenere gli apparecchi acustici ad un prezzo agevolato tramite in contributo ASL

Molte persone che soffrono di problemi di udito posticipano l’acquisto degli apparecchi acustici perché ritengono che siano troppo costosi. Tuttavia, un modo per ottenerli ad un prezzo agevolato o pari a zero c’è, e passa attraverso l’ottenimento del contributo ASL per gli apparecchi acustici.

Chi ha diritto al contributo ASL per gli apparecchi acustici?

Non tutti possono avere diritto al contributo ASL per gli apparecchi acustici. Ecco le categorie che ne hanno diritto:

  • i soggetti riconosciuti invalidi civili per almeno il 34%, purché nel verbale compaia la voce “ipoacusia”,
  • i minori, indipendentemente dal grado dell’ipoacusia,
  • i ricoverati in strutture sanitarie accreditate,
  • gli invalidi del lavoro, di guerra e di servizio.

Qual i tipo di apparecchi acustici si possono richiedere

Gli apparecchi acustici forniti dall’ASL sono quelli standard, ma il cliente è libero di scegliere, in accordo con l’audioprotesista di fiducia, un apparecchio più tecnologico ed esteticamente più elegante rispetto a quello del Sistema Sanitario Nazionale. Dovrà solo e sostenere il costo del conguaglio.

Come richiedere il contributo per l’invalidità

Per ottenere il contributo ASL per gli apparecchi acustici e averli in maniera agevolata è necessario recarsi dal proprio medico di base ed invitarlo ad effettuare un’impegnativa per audiometria tonale e vocale. Successivamente si devono prenotare gli esami presso un ospedale, un distretto sanitario o presso un otorino convenzionato.

Qualora dovessero essere riscontrate le condizioni di invalidità, dopo la visita occorrerà presentare tutta la documentazione: audiometria tonale e vocale, e ricevuta della richiesta di invalidità effettuata dal medico di base. Il patronato farà da intermediario con L’INPS inviando questi documenti.

Di seguito, bisogna recarsi davanti alla commissione per l’accertamento dell’invalidità nella data stabilita. Accertata l’invalidità è importante richiedere il preverbale per poter avviare la pratica; quello definitivo verrà spedito presso il proprio domicilio dopo un mese.

Ottenuto il certificato di invalidità, il cliente dovrà richiedere al medico di base l’impegnativa per una visita ORL (otorinolaringoiatra), con esame audiometrico e prescrizione apparecchio acustico.  Con la prescrizione potrà recarsi da Favale&Gaburro, dove verrà redatto il preventivo per gli apparecchi acustici in base a ciò che è stato prescritto dall’otorino.

Successivamente, bisogna recarsi al distretto sanitario di residenza con tutta la documentazione, e sul momento verrà autorizzata la pratica per l’ottenimento del contributo ASL per gli apparecchi acustici.

Collaudo delle protesi

Nella fase finale, si deve ritornare da Favale&Gaburro per presentare l’autorizzazione. Il medico di base successivamente prescrive l’impegnativa per il collaudo delle protesi e rilascia la certificazione che le protesi siano idonee. Quando il collaudo è terminato, bisogna riportare tutto il materiale in uno dei nostri Centri Acustici.

Avete diritto al contributo ASL per gli apparecchi acustici? Vi attendiamo per iniziare nuovo percorso insieme a noi!

ipoacusia infantile

Ipoacusia infantile: cos’è e come si cura?

IPOACUSIA INFANTILE : Cos’è e come si cura?

La sordità infantile, anche detta ipoacusia infantile, è una patologia su cui non c’è ancora grande informazione: oggi esistono terapie affinché il bambino possa condurre una vita normale nel caso presenti problemi di udito anche importanti. Ogni anno in Italia nascono circa 2 mila bambini con gravi problemi uditivi potenzialmente penalizzati per la salute cognitiva e sociale dei bambini, se questi disturbi non vengono immediatamente trattati in modo corretto.

  • QUALE SONO I VARI TIPI DI IPOACUSIA INFANTILE: 
  • L’ipoacusia neurosensoriale: riguarda l’interno dell’orecchio, con danni alla coclea o al nervo uditivo. Si consigliano in questo caso degli apparecchi acustici esterni o impianto cocleare, cioè l’inserimento interno di dispositivi elettronici, attraverso un intervento specifico.
  • L’ipoacusia trasmissiva: in questo caso il disturbo colpisce l’orecchio nella parte esterna, senza danneggiare le componenti interne. Il suono non riesce a giungere alla coclea in modo corretto, perché impedisce il passaggio dei fattori come otite media e tappi di cerume, che ostruiscono il canale uditivo. 
  • L’ipoacusia percettiva: in questo caso dipende dal sistema nervoso. La parte della trasmissione dei segnali nervosi è compromessa e di conseguenza si ha difficoltà a comprendere i suoni. 
  • L’ipoacusia da rumore: la causa di questo disturbo è l’eccessiva esposizione della facoltà uditiva del bambino al costante rumore forte, ascoltare la musica con gli auricolari o essere esposti a volume troppo alto è dannoso per le orecchie del bambino, poiché sono molto sensibili.

Come prevenire l’ipoacusia infantile?

Nel periodo prenatale è bene che la madre osservi delle abitudini sane durante la gravidanza facendo dei controlli periodici con le dovute vaccinazioni per le eventuali infezioni, che possono provocare ipoacusia nei nascituri. Subito dopo la nascita è buona norma controllare le forme di otite che colpiscono i bambini: la cura deve essere tempestiva. Infine i bambini non devono essere esposti a rumori troppo forti per non danneggiare il loro apparato uditivo.

Conseguenze dell’ipoacusia infantile non curata :

Per un bambino che ha problemi di udito le conseguenze di una mancata cura sono tantissime e legate alla vita sociale: la comunicazione è parzialmente compromessa e anche l’emotività del bambino potrebbe essere influenzata dalla mancanza di confidenza personale e comprensione del prossimo.

In caso di dubbi, per essere più sicuri della capacità uditiva del bambino, prenota il TEST DELL’UDITO.

Per altri consigli e informazioni, non esitare a contattarci! Ti forniremo tutto il supporto di cui necessiti e seguiremo con dedizione ogni problema associato alla salute uditiva dei tuoi piccoli.

abitudini-udito

Udito: 5 cattive abitudini che possono danneggiare il tuo udito

Nella quotidianità ci sono delle attività che possono portarci gradualmente a compromettere il nostro udito. Scopriamo insieme quali sono.

Fumo

La nicotina limita il flusso di sangue alle orecchie e danneggia le cellule dedite alla trasmissione dei suoni al cervello. Più si fuma e più elevato sarà il rischio di apportare dei danni al sistema uditivo. A rischio sordità non sono solo coloro che fumano, ma anche i fumatori passivi.

Fumo della sigaretta elettronica

Lo stesso vale per chi fuma la sigaretta elettronica. Le sigarette elettroniche che contengono nicotina hanno un impatto simile sulle cellule ciliate.  I fluidi aromatizzati infatti contengono centinaia di sostanza chimiche con impatti ancora sconosciuti. Una di queste sostanze, glicole propilenico, è collegato alla perdita dell’udito improvvisa.

Alcol

L’abuso di alcol può danneggiare il fegato e non solo!

I ricercatori ritengono che l’alcol possa interferire con la capacità del cervello di interpretare il suono, in particolare i suoni nelle frequenze più basse, e creare un ambiente tossico nell’orecchio interno. La corteccia uditiva del cervello può effettivamente danneggiarsi nelle persone che bevono eccessivamente, il che significa che il nervo responsabile dell’elaborazione del suono subirà delle conseguenze negative.

Non prendersi cura dei denti

Sembrerà strano, ma curare i propri denti può giovare all’udito!

Quando i tuoi denti sono sani, la bocca è libera dai batteri che possono causare infezioni e gonfiore. Quando i batteri orali entrano nel flusso sanguigno, possono causare l’infiammazione ed il restringimento delle arterie e una cattiva circolazione potrebbe rivelarsi dannosa per la salute dell’udito.

Queste cinque cattive abitudini possono creare disagi nella vita di una persona, per questo bisogna stare molto attenti a intraprendere un percorso di vita sano e genuino.

Nei nostri centri acustici qualora avesse bisogno di un controllo uditivo, effettuiamo test gratuiti e ti aiutiamo nel tuo percorso per la scelta dell’apparecchio corretto.

Prenota un appuntamento presso il Centro Acustico più vicino a te. Ti aspettiamo per regalare al tuo udito il meglio!

udito-ovattato

Udito ovattato: possibili cause

Hai mai avvertito la sensazione di avere qualcosa nell’orecchio che non ti permette di ascoltare fino in fondo? In questi casi l’udito di definisce ovattato.

L’udito ovattato è una fastidiosa sensazione che fa sentire l’orecchio tappato e i suoni non vengono percepiti chiaramente.
La sensazione di udito ovattato può manifestarsi nel tempo o

Leggi tutto
udito-e-diabete

Udito e diabete: esiste un legame?

In Italia, 4 milioni di persone hanno il diabete. Coloro che convivono con questa patologia hanno un elevato rischio di sviluppare un problema di udito. Si calcola, infatti, che quasi 1 persona diabetica su 2 abbia un calo uditivo, contro il 20% dei non diabetici. Gli esperti richiamano l’attenzione su questa relazione, che può incedere pesantemente sulla qualità della vita delle persone.

Leggi tutto
misofonia

Cos’è la misofonia?

La misofonia è un problema molto serio. Più o meno tutti noi siamo intolleranti a qualche tipo di suono: il collega che fa scattare la penna, il parente che mastica mentre siamo a cena, il ticchettio della lancetta. In pochi sanno che esiste una vera e propria allergia al suono in grado di scaturire in chi ne soffre forti reazioni di rabbia o attacchi di panico.

Leggi tutto
Search
+
Whatsapp